Gli indicatori di performance per ottimizzare le campagne di advertising

Gli indicatori di performance per ottimizzare le campagne di advertising

Secondo le stime Nielsen il mercato degli investimenti pubblicitari in Italia è in netta crescita (Marzo +30,7%, Aprile +82% rispetto allo stesso periodo del 2020). La raccolta pubblicitaria nel primo quadrimestre di quest’anno chiude con un +18,7%.

Ad aprile si torna ad investire maggiormente in 16 settori merceologici tra cui elettrodomestici (+200,5%), informatica/fotografia (+60,8%), distribuzione (+51,9%), tempo libero (+44%), giochi/articoli scolastici (+42,9%), abitazione (+29,7%), telecomunicazioni (+29,2%) e toiletries (+24,7%).

Come verificare l’efficacia di una campagna pubblicitaria?

Per gli esperti del settore potrebbe sembrare una domanda banale, ma non è semplice districarsi con i vari termini e le formule. Spesso si considerano solo le metriche relative all’acquisizione iniziale di un cliente come il tasso di conversione, il CPL (Cost Per Lead) e CPA (Cost Per Acquisition), dimenticando che il valore di ogni cliente aumenta nel tempo quando acquista ripetutamente dalla stessa azienda.

Le attività finora intraprese non ti hanno fatto raggiungere i risultati prefissati? Parlaci del tuo progetto. Scrivici un’email a info@comoco.it, telefonaci allo 031 4490536 o vieni a trovarci presso la nostra sede in Via Scalabrini 2/4 a Como.

Il ROAS è un indicatore di cui tenere conto nelle campagne di advertising, come abbiamo spiegato in un precedente articolo, che puoi leggere qui https://comoco.it/monitorare-al-meglio-landamento-delle-tue-campagne/.

Nelle campagne Facebook Ads, con obiettivo l’installazione dell’app, conversioni  o vendita di prodotti del catalogo (dove il pixel o SDK traccia il valore delle transazioni), è possibile impostare una strategia d’offerta focalizzata sul ROAS.

Nell’investimento pubblicitario dobbiamo analizzare anche i costi variabili, ovvero tutti gli elementi il cui costo cresce all’aumento delle vendite: per esempio la spedizione del prodotto. Il ROI quindi è il rapporto tra i costi sostenuti per la campagna (investimento + costi fissi + costi variabili) e i risultati generati.

Facciamo un esempio: investo 100€ in pubblicità che mi porta 10 conversioni. Siccome ho venduto 10 prodotti a 5€ cadauno, il ROAS è negativo come il ROI (ho speso 100€ e ne ho incassati 50).

Qualora il valore del ROAS non fosse positivo, è opportuno allora concentrarsi sul calcolo del Customer Lifetime Value (CLV), ossia un indicatore che misura il valore degli utenti in base ai ricavi generati nel corso del tempo, partendo da un’interazione iniziale (la prima visita al sito web, l’installazione di un’app o la prima reazione sulla pagina Facebook).

Se i 10 clienti acquisteranno un prodotto da 5€ ogni mese per 10 anni (tempo), genereranno 60€ all’anno ciascuno (valore), per un totale di 600€ totali in 10 anni.

È importante calcolare il tempo in cui un cliente rimarrà attivo, tenendo fisso l’obiettivo del nostro percorso di acquisizione: generare fatturato. Conosci il LifeTime Value dei clienti acquisiti durante il Black Friday e i saldi di fine stagione rispetto a chi ha comprato a prezzo pieno? 

In pratica valuta il ROAS per l’inserzione, il ROI per la promozione e il CLV nel tempo. Se non hai provato a gestire una campagna pubblicitaria e desideri una consulenza, siamo a tua disposizione anche su https://comoco.it/contattaci/

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