Solo il 2% del traffico web converte alla prima visita. Perché non “inseguire” allora quel 98% di utenti che non esegue l’azione che tanto desideri? Per monitorare in maniera rapida ed efficace i movimenti degli utenti e raccogliere dati e informazioni utili per il processo di ottimizzazione puoi utilizzare molti strumenti.
Fonte: https://retargeter.com/what-is-retargeting-and-how-does-it-work/
Partiamo dalla spiegazione di due termini che spesso possono essere oggetto di fraintendimenti, ma hanno significati differenti: remarketing e retargeting. Entrambe le strategie sono indispensabili per massimizzare le conversioni da parte del visitatore e lavorare sui diversi livelli del funnel.
Col “retargeting” ci rivolgiamo ad un segmento di pubblico che ha compiuto determinate azioni sul nostro e-commerce negli ultimi 30 giorni ma non ha comprato; ad esempio il carrello viene abbandonato senza aver completato l’acquisto e così potremo comunicargli che è in corso una promozione.
Il retargeting si basa sui “cookie”, ossia piccoli file salvati sul browser dell’utente, che memorizzano il suo comportamento nel nostro sito web e lo “seguono” sul web.
Invece parliamo di “remarketing” quando vogliamo raggiungere i clienti che conoscono già bene il nostro prodotto/servizio; sarà importante allora mostrare loro un’offerta mirata (cross-selling e up-selling) ,ad esempio tramite un annuncio sulla Rete Display di Google Ads o quando carichiamo il nostro database in una campagna Facebook Ads.
Si suggerisce pertanto di creare un template Google Data Studio per il monitoraggio continuo delle tue campagne Google Ads: non sono tutte uguali quindi una volta avviate non lasciarle andare senza seguirne l’andamento.
Qualora volessi ricevere ulteriori consigli, informazioni, supporto o quant’altro in merito al monitoraggio delle tue campagne medesime, non esitare a scriverci un’email a info@comoco.it, a telefonarci allo 031 4490536 o venendo a trovarci presso la nostra sede in Via Scalabrini 2/4 a Como.
Campagne di remarketing con Google Ads
Stimolare un utente potenzialmente interessato (domanda latente) è l’obiettivo delle campagne Google Ads sulla Rete Display, che comprende anche Gmail e YouTube. Attraverso il corretto inserimento del codice di tracciamento (pixel o tag) sul nostro sito web, prima della chiusura del tag <body> ,è possibile monitorare ogni sua azione.
Le alternative all’installazione dello snippet di monitoraggio delle conversioni sono:
- il collegamento con l’account Google Analytics: seguendo i passaggi nelle impostazioni della proprietà Google Analytics, alla voce “Segmenti di pubblico”, è possibile configurare il tracciamento degli utenti che passano dal sito web e abilitare così il remarketing.
Inoltre Google Analytics fornisce specifiche metriche per le pagine web; con questo tracciamento attivo sarà verificabile, ad esempio, quante e quali pagine sono state visitate, l’affluenza degli utenti, il numero dei nuovi visitatori e di quelli di ritorno, la frequenza di rimbalzo (ossia quanti sono gli utenti che, una volta entrati nelle pagine, escono senza aver compiuto un’azione).
- la creazione di un attivatore Google Tag Manager con il quale si possono anche definire le pagine su cui vogliamo che il tag raccolga i dati e successivamente poter inserire il tag identificato dalla variabile google_conversion_id.
L’ottimizzazione: il miglioramento del tuo percorso di acquisizione clienti
È possibile implementare non solo Google Analytics all’interno di Google Tag Manager, ma anche Hotjar per le mappe di calore, le quali consentono di vedere come si muovono gli utenti in una pagina o dove si concentrano i click, il Pixel di Facebook, Twitter e LinkedIn.
Le informazioni trasmesse dal pixel di Facebook, ossia una stringa di codice da inserire nel sito web che consente di monitorare le interazioni dell’utente (l’acquisto, il download di un contenuto o l’iscrizione ad una newsletter), permettono dunque l’ottimizzazione degli annunci Facebook per conversioni più affini ai propri obiettivi commerciali, in quanto rivolti a un pubblico personalizzato.
Monitorare i KPI è quindi fondamentale in quanto aiuta a misurare le campagne e comprendere il funzionamento della propria strategia di content marketing. Il ROAS (Return On Advertising Spend) è una metrica complementare al ROI (Return On Investment).
È importante perciò compararli e tenerli attentamente d’occhio in contemporanea: con il primo puoi controllare l’incisività di una campagna e individuare i punti focali su cui investire per generare lead e conversioni, con il secondo invece puoi concepire l’efficacia globale di ciò che svolgi e fare quindi un’analisi sui costi di gestione complessivi.
Qual è la tua esperienza con gli strumenti di tracciamento delle conversioni? Quali sono i problemi che riscontri più spesso? Qualora avessi domande in merito ai tool dedicati alla misurazione dei risultati, contattaci qui https://comoco.it/contattaci/
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